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Preghiere

MEDITAZIONI SULLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO

26 MAR 2018

«Seguendo Gesù nella via della sua Passione vediamo tutti i sofferenti del mondo...
Contemplare le sofferenze di Cristo deve aprire i nostri cuori, aiutarci a vedere col cuore ed essere  messaggeri dell’amore di Cristo non solo con parole, ma con tutta la nostra vita» (Benedetto XVI).

Croce … simbolo di una vita ritrovata

Quando pensiamo alla Croce il nostro pensiero corre subito a Cristo ed alla Sua Passione. Raramente però ci soffermiamo sul fatto che la Croce è, per l'umanità, simbolo di una vita ritrovata.
Croci, oggi, ne vediamo di varie dimensioni e di diversi materiali.

Ma la Croce di Gesù era di legno. E il legno è materia viva.

Nato da un seme ha nascosto la sua vitalità nelle viscere della terra lì dove ha affondato e diramato le sue radici e, finalmente pronto, è uscito alla luce.
È cresciuto succhiando linfa vitale, nobilitando se stesso e la natura con la sua maestosità.
Ha donato, gigante del creato, foglie, fiori e frutti, in abbondanza e ripetutamente.
Ed alla fine ha donato se stesso all'uomo che lo ha plasmato, riducendolo a suo piacere, a culla, bara, Croce.

Anche Gesù si è fortificato e nutrito in Maria, ponendo così le Sue radici terrene e, come ogni bimbo, è nato al mondo nei tempi prestabiliti dalle leggi naturali.
È cresciuto in terra di Palestina traendo da essa la Sua linfa, nobilitandosi così e nobilitando l'uomo con la sua presenza.
Ha donato la Sua parola, il Suo esempio, il Suo amore all'umanità tutta.
Ed infine ha offerto se stesso in olocausto.
E sul legno vitale viene inchiodato Creatura viva.

Ma quella Croce, voluta dall'uomo per uccidere l'Uomo-Dio, rispecchia la disperata esigenza dell'immanente che cerca il trascendente.
Il braccio orizzontale della Croce, che tanto si identifica con la linea dell'orizzonte, indica la finitezza e la fragilità dell'uomo, creatura di terra e della terra.

E su quel legno si stendono le braccia del Nazareno a testimonianza della Sua dimensione umana che però ci abbraccia con una pietà sicuramente divina.

E c'è poi il braccio verticale.
Piantato tenacemente al terreno, quasi a trarre alimento e sicurezza, si eleva verso il cielo ed in esso proietta l'aspirazione di ogni uomo di spaziare oltre la propria dimensione.

E su quella verticalità è appeso Cristo che, pur ancorato dai chiodi, sfugge all'uomo per ricongiungersi al Padre Suo che, non dimentichiamo, è anche Padre nostro.

Con le parole: Tutto è compiuto Gesù obbediente al volere del Padre, esaurisce la Sua missione sulla terra e...muore.

E, secondo il costume ebraico, viene posto in un sepolcro.
La pietra che chiude l’accesso alla camera segna lo stacco definitivo dell’Uomo-Dio del popolo eletto.
Solitamente, con la morte, la passionalità dei sentimenti umani decade per lasciar posto a pacata malinconia, a nostalgico rimpianto o a desiderio di dimenticare.
Ma non così avviene per quel Corpo chiuso in quel sepolcro.

Per le pie donne è da subito oggetto della loro pietà e del loro amore.
Per i discepoli, impauriti e disorientati, è il punto di riferimento da cui poter attingere linfa vitale.
Per i farisei è il segno visibile della caduta definitiva di un rivoluzionario la cui ideologia contrasta con le loro leggi.
Per Erode è la soppressione di un probabile avversario del trono.
Per Pilato è l’insabbiamento di una sgradevole parentesi del suo governatorato.

Gesù poteva risorgere dalla stessa Croce, in quel tragico venerdì.
Tutti avrebbero visto; tutti avrebbero capito; tutti avrebbero creduto.
Ma l’opera grandiosa di Dio richiede la fede dell’uomo.
Per questo Gesù risorge nel silenzio, nella solitudine, nel nascondimento.
Lascia la pesante pietra spostata; lascia il sepolcro vuoto.
Ognuno può interpretare come vuole la sparizione di quel Corpo.
A chi crede in Lui e Lo ama, Gesù appare per portare grazia e conforto; agli altri lascia facoltà di credere alle parole degli apostoli.
Attorno a quel sepolcro vuoto, anche oggi, come allora, l’uomo del duemila si pone la domanda: Chi fu Gesù? Uomo o Dio?

E Gesù risponde a tutti coloro che, umilmente, vogliono veramente saperlo, lasciando però intatto in ciascuno di noi il bene più grande che il Padre ci ha donato: la libertà di pensiero.

(Collana di spiritualità del MC di Assisi: Dall’Incarnazione alla Risurrezione).

Intensa Luce

O intensa luce del mio Dio
vieni in mio aiuto.
Insegnami a parlare
aiutami a tacere
dirigimi nel camminare.

Arrestami per sostare presso di Te
affinché ogni parola detta o taciuta,
Ogni passo fatto o respinto,
tutto sia nella perfetta volontà di Dio.

Tutti i tuoi caldi raggi,
o Luce Divina,
mi diano l'equilibrio dei santi.


Preghiera ufficiale del MC, con approvazione ecclesiastica

Francesca Dal Ri Cornado

Francesca Dal Ri Cornado (Franca) (Brescia 1924-1993), donna semplice e di grande fede, sposa e madre (1) è la fondatrice del Movimento Carismatico di Assisi (MC) in un tempo in cui si parlava di morte di Dio, di inverno della Chiesa, si pretendeva di costruire una religione per l’uomo.

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